L'attuale Associazione Nazionale Carabinieri costituisce il punto di arrivo dell'evoluzione storica del movimento associativo fra congedati e pensionati dell'Arma, iniziato sul finire del secolo XIX. Era l'epoca nella quale si consolidava la coscienza associativa dopo che, con la conseguita unità nazionale, erano cadute le limitazioni poste dai governi dei vari Stati alle libertà dei cittadini, tra cui quelle di riunione e di associazione. Prosperavano in particolare le Società di Mutuo Soccorso, centri embrionali dello sviluppo di tutti gli Istituti di previdenza sociale. Le Mutue provvedevano all'assistenza dei propri consociati, con mezzi da loro stessi raccolti, per garantire un indennizzo al verificarsi di determinati eventi - malattie o morte - causa di danno economico per essi e per le loro famiglie. Fondamentali per l'ulteriore crescita numerica delle Mutue furono la legge 15 aprile 1885, che diede loro il crisma della legalità, e la successiva legge 11 aprile 1886 che accordò loro il riconoscimento giuridico. Si vennero così a costituire delle vere e proprie forme previdenziali in favore di quei cittadini che, non più in grado di lavorare per età o per infermiANC- Frontespizio dello Statuto tà, mancavano dei mezzi necessari al proprio sostentamento. In questo contesto, lo spirito d'Arma, profondamente sentito dai carabinieri in congedo di ogni grado, fu d'incentivo al proposito di dare vita ad un movimento associativo, realizzato il 1° marzo 1886 con la costituzione, in Milano, della "Associazione di mutuo soccorso fra congedati e pensionati dei Carabinieri". Tutte le iniziative avvertirono successivamente l'esigenza di un'unica guida e decisero nel 1926 di raggrupparsi in un' Associazione a carattere nazionale che ebbe nel corso della sua storia diverse denominazioni. L'associazione milanese consolidò rapidamente le proprie strutture ed il numero dei soci aumentò sensibilmente. Vi erano ammessi, come specificava l'art. 1 dello Statuto, sia i militari dell'Arma congedati a domanda sia i pensionati. Ebbe quindi applicazione, fin dall'origine, il principio che potevano partecipare all'Associazione tutti coloro che avevano fatto parte dell'Arma e che non svolgevano più servizio attivo. Lo sviluppo delle Associazioni fra carabinieri congedati si estese successivamente, dal 1905 in poi, a tutte le altre regioni della penisola. Quella di Roma, fondata nel febbraio 1905 con il nome di "Fratellanza fra Carabinieri in congedo di Roma e provincia" assunse nel 1911 la denominazione di "Società di Mutuo Soccorso fra carabinieri pensionati e congedati di Roma e provincia". Il sodalizio, ampliatosi rapidamente per l'elevato numero di soci aderenti, si trasformò nel 1921 in Associazione d'Arma. Nei giorni 21 e 22 novembre 1925, quando il movimento associativo fra i congedati dell'Arma era in pieno sviluppo, fu tenuto a Roma, nel ridotto del teatro Argentina, il primo convegno nazionale dei sottufficiali e dei carabinieri aderenti alle Società di Mutuo Soccorso. In quell'occasione, i 10.000 associati auspicarono che i rispettivi sodalizi, qualunque fosse la loro denominazione, si unificassero, previa trasformazione in Associazione d'Arma, in una Federazione Nazionale, nella quale gli scopi mutualistici dovevano essere posposti a quelli di alimentare i vincoli tra gli appartenenti all'Arma anche nella posizione di congedo e di continuare a servire sempre e fedelmente la Patria. L'auspicio espresso nel convegno di Roma si realizzò il 25 giugno 1926, data che segna la costituzione della "Federazione Nazionale del Carabiniere Reale". Il Consiglio Direttivo ne affidò, lo stesso giorno, la Presidenza al generale di Divisione in congedo Luigi Morcaldi, che era stato Comandante in seconda dell'Arma. Nel corso di quell'anno la Federazione ottenne l'adesione delle 211 Associazioni di Mutuo Soccorso esistenti, comunque funzionanti e denominate, con 17.658 iscritti tra sottufficiali e carabinieri in congedo. Gli ufficiali dell'Arma appartenevano invece alle varie Associazioni di ufficiali in congedo di tutte le Forze Armate, che si erano costituite in numerose città d'Italia. Si ebbero, quindi, da una parte Associazioni di ufficiali in congedo e dall'altra quelle di sottufficiali e carabinieri. Tale situazione era conseguente al fatto che tutti i sodalizi eranTricolore con insegneo nati da iniziative periferiche autonome. Al fine di superare questa divisione nel movimento associativo, gli ufficiali dell'Arma costituiranno dapprima, come vedremo, una propria Associazione, e realizzeranno poi la fusione con la Federazione del Carabiniere Reale. Il generale Morcaldi dette alla Federazione una struttura organizzativa altamente efficiente e svolse un intenso lavoro di affinamento associativo, inteso ad amalgamare e a fondere le varie Associazioni locali. Il riordinamento della Federazione poté considerarsi completato nel 1928 quando, con Regio Decreto 16 febbraio 1928, n. 461, essa venne eretta in Ente Morale, dotato di proprio Statuto. Presidente onorario fu nominato il generale di Corpo d'Armata Enrico Asinari di San Marzano, allora Comandante Generale dell'Arma. Nello stesso Statuto fu sancito il diritto di conservare il Medagliere, sintesi e testimonianza dei riconoscimenti acquisiti dall'Arma per la sua Bandiera ed i suoi componenti. I carabinieri in congedo entrarono così nella vita associativa nazionale con riflessi di rilievo ai fini organizzativi, ma soprattutto sul piano della continuità della coesione, in intima comunione di spirito e di ideali, con i commilitoni in servizio. Il 7 ottobre 1928 un "referendum" tra gli associati approvò la costituzione di una "Cassa di previdenza fra gli appartenenti all'Arma dei Carabinieri in pensione e in congedo" con lo scopo di corrispondere sovvenzioni agli eredi dei soci deceduti o ai soci stessi, per grave malattia o altra personale contingenza. La Cassa, grazie alle generose offerte di ufficiali e militari dell'Arma e ai contributi della stessa Federazione, iniziò a funzionare subito e ne fu realizzato anche lo Statuto, che venne pubblicato il 12 marzo 1929. Il nuovo organismo consentì alle Associazioni aderenti alla Federazione di unificarsi in un medesimo vincolo di mutualità, rinunciando ai loro particolari compiti assistenziali. Il 10 novembre 1929 fu istituita l'Associazione Nazionale Ufficiali dell'Arma dei Carabinieri Reali in congedo. Il relativo Statuto stabiliva la costituzione di un Consiglio Centrale con sede in Roma e di Sezioni "istituite in ogni capoluogo ove sia riconosciuto possibile assegnare una conveniente giurisdizione regionale in rapporto al numero dei Soci. Le Sezioni prendevano il nome delle Regioni rappresentavano e ciascuna aveva un pro io consiglio direttivo". Le Sezioni dell'Associazione dovevano essere iscritte alla Federazione Nazionale del Carabiniere Reale. Sul finire del 1929, la Federazione annoverava 172 Associazioni aderenti con circa 15 mila iscritti; nel 1930 i soci erano oltre 16 mila, le Associazioni 198. Il 1° gennaio 1932, al generale Morcaldi successe nella presidenza della Federazione il generale Brigata della riserva Balduino Caprini. Questi provvide, tra l'altro, alla stesura di un nuovo Statuto che servisse ad integrare quello esistente e che, approvato con R.D. 25 agosto 32 n. 1214, definì organicamente i compiti e le funzioni della Federazione. "E' costituita dal 25 giugno 1926 - si legge all'art. 1 dello Statuto - tra gli appartenenti all'Arma dei Carabinieri in congedo, una Federazione Nazionale che ha sede in Roma. Si titola "Federazione Nazionale del Carabiniere Reale in congedo", e fonde in unica idealità tutte le Associazioni dei Carabinieri in congedo in Italia ed eventualmente all'estero". Della Federazione faceva parte tutto il personale dell'Arma in congedo, dagli ufficiali, ai sottufficiali, agli appuntati e ai carabinieri. E ciò veImmagine storica dell'Associazione del Carabiniere in congedonne espressamente sancito, come principio, dall'art. 3 dello Statuto: "Possono essere soci tutti coloro che hanno prestato servizio nell'Arma con fedeltà ed onore e senza distinzione di grado, età e condizione". Si ebbe quindi, quale logica conseguenza, lo scioglimento dell' Associazione Nazionale Ufficiali dell'Arma dei Carabinieri Reali in congedo, i cui aderenti, in blocco, divennero soci della Federazione. Nel giugno 1932, l'organico della Federazione comprendeva 250 associazioni federate e 25.000 soci iscritti. Il 22 ottobre 1933 oltre 10 mila carabinieri in congedo, provenienti da ogni regione, si radunarono a Torino per la solenne inaugurazione del Monumento al Carabiniere. La presenza dei carabinieri in congedo allo storico appuntamento era particolarmente significativa, in quanto tutte le Associazioni dell'epoca avevano generosamente contribuito a promuove i consensi e le adesioni necessari alla realizzazione dell'opera. Il 23 dicembre 1934 venne nominato Commissario straordinario della Federazione Nazionale, in sostituzione del generale Capri, dimissionario, il generale di divisione a disposizione del Comando Generale dell'Arma, Amedeo Ademollo. Questi, al fine di promuovere l'ulteriore crescita della Federazione in conseguenza del ruolo sempre più importante che le Associazioni d'Arma andavano assumendo, operò una nuova riorganizzazione del Sodalizio che, muovendo dal rinnovamento dello Statuto, si estese a tutto il complesso organico. Il nuovo Statuto, approvato con R.D. 9 aprile 1935, n. 815, sostituì la denominazione di Federazione con quella di "Associazione Nazionale dei Carabinieri in congedo" Speciali norme statutarie disciplinarono l'opera assistenziale, morale e finanziaria dell'Associazione verso gli iscritti ed il funzionamento della "Cassa di Previdenza" che veniva mantenuta con le norme già in vigore. L'Associazione si articolò in un organo centrale (presidenza) e in organi periferici (sezioni e gruppi). La partecipazione al secondo conflitto mondiale di tanti carabinieri richiamati, rinsaldò i già stretti legami tra l'Arma in servizio e in congedo e questo pose le premesse per la trasformazione del sodalizio in un'Associazione che rappresentasse ambedue le componenti.

 Nascita dell’Associazione

 

Nell'aprile 1885, il Parlamento dell'ancora giovane Regno d'Italia eliminò il divieto di associazionismo tra militari in congedo. In conseguenza di ciò, alcuni Carabinieri residenti a Milano, lasciato il servizio per raggiunti limiti d'età, per riforma o altro, ravvisarono l'esigenza di costituire un organismo associativo finalizzato a rinsaldare i vincoli di attaccamento all'Arma e a fornire un aiuto concreto a chi si trovava in difficoltà. Si giunse così al 1° marzo 1886, quando a Milano venne costituita “l'Associazione di Mutuo Soccorso tra congedati e pensionati dai Carabinieri Reali", primo sodalizio in forma societaria tra militari non più in servizio, antesignano delle attuali Associazioni d'Arma. 

 

Scopi iniziali – mutuo soccorso

 

• Nella sua formulazione originaria lo statuto prevedeva tra l'altro: – sussidiare i soci ammalati; – interessarsi al fine di procurare lavoro o impiego ai soci disoccupati; – onorare i soci che decedono – prendere parte a tutte le cerimonie o feste che esaltano la fede e la grandezza della Patria e delle Istituzioni – tenere il massimo contatto e la massima cordialità con le altre Associazioni; – mantenersi estranei da attività politiche. • Principi questi che ritroviamo costantemente sanciti nei vari statuti che si sono succeduti nel corso degli anni. L'iniziativa milanese suscitò subito grande interesse e negli anni successivi vennero costituite le sezioni di Monza, Gallarate, Como, Varese e Legnano; il 1905 vide l'inaugurazione delle sezioni a Cremona, Pistoia, Vicenza, Reggio Emilia, Roma e successivamente in tutta Italia.

 

Evoluzione negli anni

 

• Il primo conflitto mondiale cementò ulteriormente i vincoli di cameratismo tra i Carabinieri i quali, una volta in congedo, s'impegnarono per l'unificazione delle varie Associazioni locali in un'unica Fondazione Nazionale. • Così, il 21 e il 22 novembre 1925, si svolse a Roma presso il teatro Argentina il primo convegno della "Associazione Carabinieri d'Italia in Pensione". Negli anni successivi, aumentò sia il numero delle sezioni che degli iscritti, i quali trovarono nel sodalizio lo spirito e la tradizione che li avevano accompagnati durante gli anni del servizio. • Dopo ulteriori accorpamenti e modificazioni della struttura associativa e statutaria il 1935 vide la costituzione dell‘ “Associazione Nazionale Carabinieri in congedo". • La partecipazione al secondo conflitto mondiale di tanti Carabinieri richiamati, rinsaldò i già stretti legami tra l'Arma in servizio e in congedo e questo pose le premesse per la trasformazione del sodalizio in un'Associazione che rappresentasse ambedue le componenti. • Si giunge cosi al 1956 quando, con decreto del Presidente della Repubblica, n.1286 del 25 luglio 1956, viene approvato il nuovo Statuto Organico della “Associazione Nazionale Carabinieri"; il d'esecuzione viene approvato con D.M.29 maggio 1957.

 

Presente ovunque

 

• Il presente Il sodalizio è oggi costituito da: – Oltre 1.600 sezioni nel territorio nazionale; (In italia ci sono 8000 comuni) – 18 sezioni all'estero: Canada (Montreal, Ottawa, Toronto, Vancouver, Calgary), Brasile (San Paolo), Uruguay (Montevideo), Argentina (Buenos Aires, Rosario), Australia (Adelaide, Perth, Sydney, Melbourne), Gran Bretagna (Londra), USA (New-York), San Marino, Francia (Parigi), Belgio (Bruxelles); – circa 200.000 iscritti (di cui circa 1.000 all'estero) in congedo dall'Arma o familiari simpatizzanti; – Oltre 150 organizzazioni di volontariato, costituite nell'ambito delle sezioni, coordinate tra loro dalle "Federazioni provinciali delle o.v. ANC" e per il tramite degli Ispettori regionali; – oltre 115.000 Carabinieri in servizio (il Comandante Generale dell'Arma, a norma dell'art.1 dello Statuto, è Presidente onorario dell'Associazione). 

 

Il volontariato

 

• Nel 1993 è stato sottoscritto un protocollo d'intesa con il Ministero dei Beni Culturali per la costituzione di gruppi di volontari per la vigilanza dei musei; cosi, sono nati i VVM che rappresentano, ormai, un'importante realtà un po'dovunque nel paese. Il loro impegno è testimoniato dal conferimento all'ANC, nel 1997, del diploma di medaglia d'oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte" da parte del Presidente della Repubblica. • Un altro protocollo d'intesa è stato siglato nel 1994 con il Sottosegretario alla Protezione Civile per la vigilanza e l'allertamento contro gli incendi boschivi, esteso negli anni successivi anche a compiti operativi nella prevenzione e nel contenimento dei danni per eventi naturali o causati dall'uomo. Grazie al-la fattiva opera dei volontari, all'ANC è stato assegnato il 1° premio edizione 1994 del "Premio Europeo Ambiente" Globo d'Oro con la seguente motivazione"Per l'azione di prevenzione e allertamento degli incendi boschivi nelle sette regioni a rischio del territorio nazionale (Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, Toscana, Liguria, Sardegna). • Ulteriore qualificante impegno, a livello nazionale è stato assunto nel giugno 1997 dall'ANC con il Ministero dell'Ambiente per una metodica e continuativa ricognizione del territorio e per segnalare ai Nuclei Operativi Ecologici dei Carabinieri ogni situazione od evento di rischio ambientale innumerevoli sono poi gli accordi stipulati con le amministrazioni locali per la protezione civile, la vigilanza all'esterno delle scuole nei parchi pubblici o in occasione di eventi particolari, la vigilanza all'interno di corsie ospedaliere, I'assistenza a portatori di handicap, anziani, minori, persone in stato di bisogno, il servizio ambulanze, nuclei speleologici e cinofili, ecc. 

 

Carabinieri sempre

 

La molteplice attività svolta nell'ambito del volontariato, ha meritato la concessione da parte del Ministro della Difesa di un Attestato di Pubblica Benemerenza per l'alto impegno sociale profuso sul territorio nazionale dal 1993 al 1995". • Il volontariato nell'Associazione Nazionale Carabinieri, in seno all'ANC da alcuni anni, accanto alle tradizionali manifestazioni intese a favorire i sentimenti di devozione alla Patria, la solidarietà con le Forze Armate, lo spirito di Corpo, la memoria dei Caduti, cresce di anno in anno. • Le motivazioni che hanno spinto verso quest'impegno risiedono, tra l'altro, nel fatto che il Carabiniere svolge un servizio per soddisfare esigenze di sicurezza e di ordine, con un impegno che richiede talvolta un coinvolgimento umano, al di là degli ambiti posti dal dovere. In altri termini, siamo convinti che uno nasca Carabiniere, cioè con la propensione al sociale, al servizio, alla solidarietà. • In sintesi, possiamo affermare che il Carabiniere non va mai in pensione: gli alamari sono cuciti sulla pelle. E questo vale sia per chi ha trascorso un' intera vita o alcuni anni nell'Arma, sia per chi ha svolto il servizio di leva come sottotenente cpl o come carabiniere aus. 

 

ANC e le attivita’ nel terzo millennio 

 

• Con l' espandersi di una coscienza civile all' altezza dei tempi, è cresciuto nell'ANC l'impegno nel sociale con una presenza attiva e consapevole nei seguenti settori: – assistenza nei musei e nelle aree archeologiche; – avvistamento e segnalazione incendi boschivi; – osservazione e segnalazione nei parchi cittadini; – difesa dell'ambiente; – assistenza anziani, portatori di handicap, persone in stato di bisogno; – assistenza nei centri di accoglienza per immigrati; – assistenza all' esterno delle scuole; – ricerca persone attraverso i nuclei cinofili, – attività varia (funzionamento biblioteche comunali, telefono amico, assistenza ambulanza, cura dei monumenti, ripristino sentieri boschivi, ripulitura spiagge, assistenza all'interno degli ospedali, raccolta cibo e indumenti ecc. ) • Una menzione particolare va fatta per la protezione civile, con le importanti esperienze nell'opera di soccorso del terremoto in Umbria e nelle Marche (1997), l'alluvione in Piemonte (1998), la frana di Sarno (1998), la missione italiana in Kosovo e Albania (1998-1999), l'alluvione di Soverato (2000) e nel Nord Ovest con l'esondazione del Po (2000), nel 2000 in occasione del Giubileo, terremoto Molise (2002), Funerali del Papa (2005), Terremoto in Abruzzo (2009) 

 

Tipologia dei soci

 

 Soci effettivi: militari (anche di altre Armi, Corpi e servizi) che prestano o hanno prestato servizio nell'Arma dei Carabinieri. • Soci familiari: gli appartenenti al "nucleo familiare", gli ascendenti, discendenti, fratelli, sorelle e rispettivi coniugi di coloro che abbiano prestato o prestino servizio nell'Arma. • Soci simpatizzanti: coloro che condividono i valori, lo spirito e le finalità statutarie dell'ANC. L'ammissione di soci simpatizzanti è approvata dal Consiglio sezionale. • Soci d'onore: Comandanti Generali, il Vice Comandante Generale in carica; decorati di Medaglia d'Oro; grandi mutilati e grandi invalidi di guerra o per servizio d'istituto dell'Arma; i vice Comandanti Generali; • Soci benemeriti: persone, enti e soci di altre categorie che abbiano procurato all'Associazione considerevoli benefici e vantaggi; 

 

Uniformi sociali – da regolamento

 

• Uniforme sociale Il consiglio delibera l'adozione delle uniformi come di seguito indicato: 1. IN OGNI OCCASIONE Per tutti i Soci: (.) - giacca blu, pantaloni grigio scuro, camicia azzurra; - nel periodo estivo è consentita la sola camicia azzurra; - cravatta sociale, logo dell'Associazione al taschino; - distintivo sociale all'occhiello (facoltativo); 2. NELLE MANIFESTAZIONI UFFICIALI Per i Soci effettivi: (..) - copricapo a busta con granata e gradi; - basco o altro copricapo – con granata e gradi – per i Soci che, durante il servizio attivo, hanno fatto parte dei Reparti Mobili o Speciali dell’Arma ove quel particolare indumento sia in dotazione; - sopracolletto con alamari e granate. Per i Soci familiari, i Soci benemeriti non provenienti dall’Arma e i Soci simpatizzanti: - copricapo tipo baseball blu con logo dell’Associazione; - sopracolletto con «minilogo» sul bavero. 3. BENEMERITE (:.) Per le Socie effettive: - tailleur blu (o giacca e pantaloni); - camicia azzurra con cravatta sociale; - copricapo di foggia militare con granata e gradi - basco o altro copricapo – con granata e gradi – per le Socie che, durante il servizio attivo, hanno fatto parte dei Reparti Mobili o Speciali dell’Arma ove quel particolare indumento sia in dotazione; - sopracolletto con alamari (nelle manifestazioni ufficiali). Per le Socie familiari e simpatizzanti: - tailleur blu (o giacca e pantaloni); - foulard ANC con logo in metallo; - copricapo di foggia «militare» con logo; - mantella di colore blu con fodera in tinta d’inverno. 4. VOLONTARIATO - dì protezione civile: come da delibera del Consiglio nazionale 15.12.2005 disposizioni a parte impartite dal SECOV; - generico: uniforme sociale di cui ai precedenti paragrafi con le varianti: bracciale «volontariato» sulla manica sinistra e copricapo tipo baseball blu con logo dell'Associazione. (.) I Soci effettivi in attività di servizio intervengono alle manifestazioni in uniforme sociale o di servizio. (..) Il copricapo a busta ed il sopracolletto di panno, con alamari, sono conformi ai modelli di cui al Regolamento n.162 in data 02.02.1950. I Soci effettivi, che abbiano prestato servizio nell’Arma dei Carabinieri, pur non essendo Carabinieri, portano sul copricapo e nel sopracolletto distintivi, mostrine e gradi dell’Arma o Corpo di appartenenza. I Soci effettivi, che abbiano prestato servizio nell’Arma dei Carabinieri per poi transitare in altre Arme, Corpo o servizio portano solo i gradi conseguiti nell’Arma dei Carabinieri. (:.) Tutte le Socie, a qualunque categoria appartengano, assumono la denominazione di “Benemerite”.